DDL TERZO SETTORE: POSITIVI I CAMBIAMENTI PRODOTTI DAL PARLAMENTO, MA RIMANGONO CRITICITÀ

DDL TERZO SETTORE: POSITIVI I CAMBIAMENTI PRODOTTI DAL PARLAMENTO, MA RIMANGONO CRITICITÀ

image_pdfimage_print

“Ddl Terzo Settore: positivi i cambiamenti prodotti dal Parlamento, ma rimangono ancora criticità per l’associazionismo popolare. Il governo deve coinvolgerci nella stesura dei decreti di attuazione”

Dichiarazione di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci

Il Senato ha finalmente approvato il Ddl sul Terzo Settore, che tornerà nei prossimi giorni alla Camera per la terza lettura. In questi due anni il testo del provvedimento è molto cambiato rispetto all’impostazione originaria. Le proposte e le richieste delle organizzazioni del Terzo Settore hanno portato a modifiche significative ed apprezzabili: la nuova formulazione dell’impresa sociale, il servizio civile nazionale, il ruolo delle reti associative.

E’ da valutare sicuramente in maniera positiva l’introduzione della definizione contenuta nell’art.1 che valorizza le finalità civiche e solidaristiche delle organizzazioni sociali.

Rimangono però alcune norme ancora, volutamente, poco definite- che in modo rilevante riguardano l’associazionismo di promozione sociale – e che per l’ARCI e molte altre associazioni di promozione sociale come la nostra, sono invece molto importanti: ad esempio, non è chiaro come dovranno essere inquadrate le attività di autofinanziamento delle associazioni e cioè la modalità attraverso la quale la  gran parte delle organizzazioni che non usufruiscono di contributi pubblici riescono a realizzare le proprie attività.

Cosi come è poco comprensibile il permanere della differenziazione tra i volontari che operano nelle Organizzazioni di volontariato e tutti gli altri (che sono la stragrande maggioranza), anomalia,  questa,  tutta italiana.

Non si sentiva poi il bisogno dell’istituzione di  una nuova Fondazione per il sostegno finanziario del Terzo Settore, dato che  gli strumenti di sviluppo ci sono e basterebbe  far funzionare al meglio quelli che già esistono.

Infine, siamo preoccupati di come verrà declinato il tema dell’attuazione della revisione complessiva di ente non commerciale e il collegamento tra le norme che riformeranno il codice civile e quelle di natura fiscale.

Se la Camera, come sembra, darà il via libera e non modificherà ancora il testo, si passerà nelle prossime settimane alla fase di scrittura dei decreti attuativi che rappresenterà un passaggio determinante per tradurre operativamente le norme necessariamente generiche del Ddl. Sarà fondamentale, in questa nuova fase, che venga  rafforzata l’interlocuzione e il confronto  tra il governo e le associazioni, le reti nazionali e gli organismi di rappresentanza del terzo settore, che già ha prodotto una riscrittura positiva di alcuni contenuti problematici.

Ci aspettiamo quindi di essere coinvolti attivamente in un confronto sulla stesura, e che vengano costituiti tavoli di lavoro comuni  per la redazione delle norme di attuazione.

Chiediamo al Governo di avere come obiettivo, nel legiferare,  la salvaguardia e lo sviluppo di  questa grandissima risorsa sociale che è l’associazionismo popolare – di cui l’ARCI è parte importante – che promuove, attraverso l’attività di circoli e associazioni,  la partecipazione attiva di tante cittadine e cittadini, migliora la qualità delle relazioni sociali nel territorio, arricchisce le nostre comunità.