Il ritorno dal Kurdistan – Il racconto

Il ritorno dal Kurdistan – Il racconto

image_pdfimage_print

Sono tornati dal Kurdistan iracheno  i ragazzi che svolgono il servizio civile presso Arci Empolese Valdelsa.
(Potete leggere della partenza  sul sito cliccando su https://www.arciempolesevaldelsa.it/dal-kurdistan-iracheno-le-voci-dei-volontari-empolesi-di-arci-toscana/ )
Valentino, Letizia, Sara e Chiara hanno infatti preso parte alla fase finale del progetto “Youth Spring Across Ethnicities”, un programma di scambio interculturale, sostenuto dall’Unione Europea e coordinato da Arci Toscana e Un ponte per…, in partenariato col Comune di Pisa, l’Unione dei Comuni della Valdera e la Tavola della Pace e della Cooperazione della Valdera.

La delegazione italiana ha partecipato a una settimana di workshop con i ragazzi dei quattro centri di aggregazione giovanile del Kurdistan iracheno, tra cui quello di Suleymaniyah nel Monastero di Deir Mariam Al Athraa, in cui si sono svolte tutte la attività formative. I centri, rivolti a ragazzi e ragazze appartenenti a diverse minoranze e comunità, sono nati con l’obiettivo di promuovere una società civile e attiva che operi al di là di ogni barriera geografica, religiosa e culturale, rappresentando il tentativo di rispondere al conflitto e all’odio, attraverso il dialogo e l’aggregazione.

I giovani curdi, iracheni e italiani si sono confrontati nell’ambito del workshop “CommunicAction” su tematiche legate alla comunicazione digitale e all’elaborazione di campagne di sensibilizzazione comune, parlando di associazionismo, partecipazione, volontariato e identità collettive. L’intento è sempre stato quello di promuovere la mediazione e la cooperazione interculturale attraverso il metodo del “peace-building” e il confronto costruttivo capace di valorizzare le differenze.

L’esperienza, oltre ad essere stata un’opportunità di formazione e di arricchimento reciproco, è stata significativa anche per il contatto diretto con la realtà del paese e le persone che lo vivono. A Suly infatti i ragazzi e le ragazze hanno avuto modo di visitare il campo di Arbat che ospita 7000 rifugiati: la struttura ha uno spazio gestito da Un ponte per… al cui interno vengono offerte attività ricreative per i bambini. Passare del tempo lì e giocare con loro è stato un momento molto toccante ed intenso che ha sottolineato l’importanza del lavoro che stanno facendo le varie associazioni italiane e internazionali presenti nel campo.

Anche il giro al Suk, il grande mercato locale, è stato un’altra occasione per immergersi nella vita quotidiana del paese: camminare per le strade del Suk, lasciarsi avvolgere dai profumi di spezie e cibi locali, essere trasportati dal caotico viavai di gente in un tripudio di rumori e colori vivaci, è stata un’esperienza unica e insostituibile per conoscere dal vivo le abitudini e i ritmi della città.

Questo scambio, compiuto dai 4 ragazzi come volontari dell’arci, ha reso tangibili quei valori di cooperazione internazionale, solidarietà e aggregazione a cui l’arci e arci servizio civile da sempre si ispirano, nell’ottica di costruire una comunità civile più attiva e consapevole e dar vita a relazioni durature e profonde che vadano oltre qualsiasi confine.